Osteopata Milano infiammazione

Infiammazione: Cosa può fare l’Osteopata

L’infiammazione è un meccanismo di difesa non specifico che si attua in seguito al danno provocato da agenti fisici, chimici e biologici, il cui obiettivo è l’eliminazione della causa del danno stesso.

Non è  determinato soltanto dall’agente lesivo ma anche dalla liberazione di sostanze endogene: i mediatori chimici.

Come agisce l’osteopata in caso di Infiammazione?

Ciò che caratterizza il processo infiammatorio  negli organismi superiori è la reazione dei vasi sanguigni (soprattutto vasodilatazione e aumento della permeabilità), che porta all’accumulo di liquidi e globuli bianchi nei tessuti extravascolari.

L’infiammazione serve  a distruggere e confinare l’agente lesivo, ma allo stesso tempo mette in moto una serie di meccanismi che favoriscono la riparazione o la sostituzione del tessuto danneggiato.

Sebbene sia essenzialmente protettiva, alcuni aspetti dell’infiammazione possono essere dannosi.

 

CLASSIFICAZIONE

L’infiammazione viene classificata, con un criterio temporale, in:

  • infiammazione acuta (ha una durata di minuti, ore, pochi giorni)
  • infiammazione cronica (ha una durata di giorni o mesi)

STIMOLI

Le reazioni infiammatorie acute possono essere innescate da numerosi stimoli:

  • Le infezioni  (batteriche, virali, fungine, parassitarie)
  • I traumi (contusivi e penetranti) e vari agenti fisici e chimici (ad es. insulti termici, come ustioni o congelamento; irradiazione; tossicità da sostanze chimiche ambientali) danneggiano le cellule dell’ospite e provocano reazioni infiammatorie
  • La necrosi tissutale (da qualunque causa)
  • I corpi estranei (schegge, sporcizia, suture, depositi cristallini)
  • Le reazioni immunitarie  (reazioni da ipersensibilità) contro sostanze ambientali o contro tessuti propri

 

SEGNI E SINTOMI

  • rubor: arrossamento dovuto all’aumento di sangue nell’area
  • tumor: rigonfiamento dovuto all’edema
  • calor: aumento della temperatura in seguito all’iperemia e ad un aumento del metabolismo cellulare
  • dolor: dolore per alterazioni biochimiche locali
  • functio laesa: inibizione della funzionalità dell’area colpita (specie se é un’articolazione) a causa del dolore e degli squilibri indotti dai meccanismi facilitatori dell’infiammazione (es. edema) sull’integrità delle strutture infiammate

FASI DELL’INFIAMMAZIONE ACUTA

1)           Vasocostrizione

2)           Vasodilatazione

3)           Aumento della permeabilità vascolare

4)           Migrazione dei leucociti

5)           Fagocitosi

6)           Fenomeni produttivi e riparativi

 

EFFETTI SISTEMICI DELL’INFIAMMAZIONE

Chiunque abbia sofferto per una malattia virale di una certa entità (come l’influenza) ha provato gli effetti sistemici dell’infiammazione, chiamati nell’insieme reazioni di fase acuta.

La risposta di fase acuta è costituita da numerosi cambiamenti clinici e  patologici:

  • febbre (prodotta come risposta a sostanze chiamate pirogeni che agiscono e stimolano la formazione di prostaglandine
  • livelli plasmatici di proteine di fase acuta (sono sintetizzate principalmente nel fegato e nelle fasi acute il loro livello può aumentare di centinaia di volte. La più nota è la PCR.)
  • leucocitosi (caratteristica comune delle reazioni infiammatorie)
  • Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, sensazione di freddo (legata alla reimpostazione della temperatura corporea da parte dell’ipotalamo), anoressia, sonnolenza e malessere.
  • Nelle infezioni batteriche gravi (sepsi), la grande quantità di prodotti batterici nel sangue o nei tessuti extravascolari stimola la produzione di numerose citochine.

 

INFIAMMAZIONE ED OSTEOPATIA

L’osteopata, soprattutto in casi di infiammazione conseguente a traumi, può migliorare il drenaggio locale e quindi andare a ridurre la concentrazione in loco di tutti quei mediatori chimici che portano poi a gonfiore e dolore.

L’esempio più classico è quello di una distorsione di caviglia con dolore e gonfiore nella parte esterna:

L’osteopata in questo caso andrà a manipolare i tessuti molli della caviglia al di sotto del malleolo esterno (capsula e legamenti), oltre a ripristinare la corretta biomeccanica delle ossa del piede. Il tutto dando un occhio anche al ginocchio, visti i collegamenti tra le due articolazioni , ed eventualmente anche anca e bacino.

 

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