La sindrome da lavoro: cosa può fare l’osteopata

Qual è uno dei più grandi problemi che affligge l’uomo del XX e XXI secolo? La sedentarietà!

A cosa è dovuta la sedentarietà? Principalmente all’aumento del lavoro in ufficio ed alla riduzione dell’attività sportiva, quest’ultima ancor più accentuata negli ultimi 10-15 anni con l’avvento di tablet e smartphone.

Una conseguenza della sedentarietà può essere la cosiddetta “sindrome da ufficio”.

La sindrome da ufficio è causata da abitudini malsane e da un sovra utilizzo di alcuni muscoli, come ad esempio gli erettori della colonna, in seguito a posizioni mantenute per un periodo prolungato senza un movimento sufficiente, come può essere la posizione seduta alla scrivania davanti al pc per le classiche 8 ore di ufficio.

Le conseguenze di ciò possono essere: mal di testa, dolore alle spalle e alla schiena, dita e braccia intorpidite, vista debole, occhi asciutti.

L’ambiente di lavoro inadeguato può quindi influire sui sintomi; tra le cause più comuni ritroviamo l’altezza inadeguata della scrivania, la posizione del computer e/o della tastiera, il che porta ad una posizione di seduta innaturale che provoca una contrazione ed eventualmente dolore più o meno costante  a livello dei muscoli tonici preposti al mantenimento della postura. Inoltre, un altro elemento molto dibattuto in questo periodo storico, risulta essere lo stress che può anche peggiorare i sintomi sopra descritti.

Ma quindi si può fare prevenzione?

Sicuramente si, partendo proprio dall’ambiente lavorativo sia per quanto concerne la postazione lavorativa che la gestione del proprio corpo; poi si può prendere in considerazione l’idea di andare da un osteopata.

In primis sarebbe utile cercare di:

  • creare un ambiente di lavoro ergonomico
  • cambiare la propria posizione ogni 1-2 ore per non mandare in sovraccarico un determinato gruppo muscolare
  • fare streching al lavoro
  • cercare di gestire lo stress
  • riposare sufficientemente
  • fare sport

 

E l’osteopata cosa può fare?

Prima ancora di effettuare un trattamento, deve convincere il paziente ad analizzare i punti sopra elencati in modo tale da poter far capire al paziente stesso dove sta sbagliando; quindi si può passare alla parte manipolativa.

Normalmente il trattamento di una sindrome da lavoro comprende un lavoro in allungamento della catena anteriore che tende a portare in chiusura il paziente, oltre ad una mobilizzazione generale del rachide e ad un trattamento dei tessuti molli implicati nella sindrome algica. Un altro aspetto fondamentale risulta essere il trattamento dei diaframmi e nello specifico il diaframma toracico, per migliorare l’ossigenazione dei tessuti. Ogni caso poi richiederà, oltre a quanto appena descritto, un approccio specifico in aree diverse, come magari la zona viscerale piuttosto che craniale.

Ma il punto principale rimane far prendere coscienza al paziente che se si gestisce in maniera corretta durante le 8 ore di lavoro, più magari dello sport, il grosso del lavoro viene da sé.

 

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