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Colpo di frusta cervicale ed osteopatia

Sei stato coinvolto in un incidente d’auto o hai comunque subito un trauma che ti ha creato un colpo di frusta cervicale? Nel mio studio di osteopata a Milano vedo molti casi come il tuo!

Ti consiglio di prenderti pochi minuti del tuo per leggere l’articolo e scoprire come l’osteopatia possa esserti d’aiuto!

Che cos’è il colpo di frusta?

Il colpo di frusta è una lesione che si verifica quando la testa subisce un improvviso movimento di accelerazione e decelerazione, come ad esempio in un classico caso di tamponamento tra due auto.

Colpo di frusta cervicale ed osteopatia

Questo infatti è l’esempio per antonomasia: è bene però sottolineare come vi siano altri traumi assoggettabili al classico tamponamento posteriore, come ad esempio un tamponamento laterale oppure una caduta importante sull’osso sacro.

Durante questo tipo di trauma possono crearsi danni ai tessuti molli del collo, come i muscoli, i tendini e i legamenti, portando a sintomi come dolore, rigidità ed addirittura a mal di testa e vertigini.

Non è però corretto ridurre il colpo di frusta ad una sola problematica cervicale, infatti il trauma può ripercuotersi lungo tutta la colonna vertebrale ed anche a livello dei visceri pieni quali ad esempio il fegato e la milza.

L’osteopatia è utile in caso di colpo di frusta?

Assolutamente si! Colpo di frusta cervicale ed osteopatia sono un binomio perfetto!

Infatti l’osteopatia può essere di grande aiuto per chi soffre di colpo di frusta e consultare un bravo osteopata risulta essere una scelta vincente.

Innanzitutto l’osteopata adotta un approccio olistico, prendendo in considerazione l’intero corpo e non solo i sintomi legati al tratto cervicale. Pertanto, durante il trattamento del colpo di frusta, gli osteopati considereranno anche altri fattori oltre alla colonna vertebrale (che avrà comunque la priorità sia in ambito valutativo che in ambito di trattamento), come ad esempio la mobilità viscerale piuttosto che la tensione a livello delle membrane intracraniche.

Sempre l’osteopata valuterà attentamente il collo e la colonna vertebrale per individuare eventuali blocchi articolari, tensioni muscolari e disfunzioni posturali. In seguito, mediante tecniche manuali specifiche per la problematica del paziente, ripristinerà sia l’equilibrio che la mobilità della zona colpita.

Tra le tecniche maggiormente utilizzate troviamo sicuramente le tecniche articolari su cervicale e colonna in generale, le tecniche ad alta velocità e bassa ampiezza che emettono il classico suono crack (se vuoi capire il perché l’osteopata scrocchia le ossa leggi questo articolo!), ma anche tecniche viscerali e craniali per ripristinare la corretta mobilità e armonia della colonna dal bacino alla testa.

Fondamentale risulterà anche l’utilizzo di tecniche sia di stretching che di inibizione della muscolatura, in quanto sono le strutture che maggiormente soffrono in seguito allo stiramento causato dal trauma.

In conclusione, l’osteopatia può essere estremamente utile per coloro che soffrono di colpo di frusta, poiché fornisce un approccio completo e personalizzato al trattamento del dolore e dei danni muscolari e articolari causati da questo tipo di trauma, il tutto in maniera sicura ed efficace.

 

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Sindrome della bendelletta ileotibiale

Soffri di dolore al ginocchio nella parte laterale in seguito a sedute di running e pensi che possa essere la sindrome della bendelletta ileotibibiale? Se si ti farà piacere sapere che nel mio studio di osteopata a Milano ho aiutato molti sportivi a risolvere il tuo problema!

Ma prima andiamo a vedere che cosa si intende per sindrome della bendelletta ileotibiale

Che cos’è la sindrome della bendelletta ileotibiale?

La sindrome della bendelletta ileotibiale è la seconda causa di dolore al ginocchio da sovrautilizzo (overuse).

E’ dovuta ad una maggior tensione a livello di una struttura connettivale molto forte, la bendelletta ileotibiale, che altro non è che una struttura che origina dal muscolo tensore della fascia lata a livello del bacino e che scende nella porzione esterna del ginocchio sulla tibia.

Il maggior attrito tra la bendelletta ed il ginocchio nella zona dei condili femorali avviene maggiormente con ginocchio flesso a 30°, come spesso è riscontrabile sia nel ciclismo sia nel podismo, e questo porta ad un dolore nella parte esterna del ginocchio che può risalire lungo la parte laterale della coscia.

Sindrome della bendelletta ileotibiale - Osteopata Milano

Quali sono le maggiori cause?

Tra le varie cause troviamo fattori esterni come l’aumento del chilometraggio giornaliero / settimanale piuttosto che fattori interni come il ginocchio varo o un’eventuale differenza in lunghezza degli arti inferiore (dismetria degli arti inferiori).

Possono inoltre avere un impatto importante su tale problematica una larghezza ridotta del bacino, una prominenza più pronunciata dei condili femorali ed un atteggiamento in rotazione interna dell’anca.

L’aiuto dell’osteopatia nella sindrome da bendelletta ileotibiale

Ma quindi l’osteopata cosa può fare per migliorare il dolore da sindrome della bendelletta ileotibiale?

Un bravo osteopata sarà in grado di valutare la tua postura e capire come questa sia in relazione alle alterazioni biomeccaniche degli arti inferiori enunciate prima .

Quindi il lavoro che andrà a svolgere sarà un reset posturale mediante tecniche di mobilizzazione articolare a livello di bacino, anche e ginocchio e perché no piede, in modo tale da permettere alla persona di distribuire meglio i carichi tra arto inferiore destro ed arto inferiore sinistro.

Sindrome della bendelletta ileotibiale - Osteopata Segrate

E’ inoltre fondamentale andare a valutare e trattare il muscolo grande gluteo in quanto ha un’inserzione proprio sulla bendelletta ileotibiale e può quindi aumentarne la tensione, oltre ad un lavoro fasciale e connettivale sulla bendelletta stessa.

Qualora fosse utile, sempre in seguito a valutazione, potrebbe essere interessante lavorare sui visceri poiché l’addome ha una forte valenza sui carichi gravitazionali che stressano le ginocchia.

Come sempre il lavoro dell’osteopata è un lavoro a 360° e diventa quindi complicato riassumerlo in poche righe.

 

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Dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere

Come dici? Sei uscita dal parrucchiere con un bellissimo taglio alla moda ed un colore da fare invidia alle star di Hollywood, ma con anche un fastidiosissimo ed invalidante dolore al collo?

Se sei qui è perché ti sei documentata su internet e pensi che l’osteopata possa darti una mano…ed in effetti è proprio così! Infatti non è così raro vedere nel mio studio di osteopata a Milano pazienti che soffrono di dolore alla cervicale, con magari sintomi associati quali nausea e giramenti di testa.

Cercheremo ora di scoprire insieme come mai una semplice visita in un salone di parrucchiere possa creare tutte queste problematiche e soprattutto come risolverlo.

Perché sentiamo dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere?

Come sempre non vi è mai una singola causa, ma un insieme di cause

  • Posizione scomoda del collo durante il lavaggio dei capelli: durante questa fase la testa viene posizionata in estensione sul bordo del lavandino. Questa posizione può essere scomoda e stressante per le articolazioni soprattutto se mantenuta per un lungo periodo. Infatti l’estensione porta ad una chiusura delle faccette articolari, ovvero le articolazioni, che possono quindi infiammarsi. Se la persona in questione soffre di artrosi cervicale ecco spiegato come lo stress aumenti a dismisura a livello del collo.

Dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere

  • Tensione Muscolare: il lavandino è freddo e questo porta di conseguenza ad una contrazione della muscolatura; mantenere la testa inclinata o ruotata per un po’ di tempo può causare tensione nei muscoli del collo. Anche il processo di taglio e styling può portare ad un aumento della sintomatologia dolorosa poiché i capelli sono bagnati e la sensazione di freddo localizzato sulla cervicale aumenta. Da tenere in considerazione anche i tempi morti nel passaggio tra un’attività e l’altra.
  • Stress e Ansia: questa componente è altamente soggettiva, ma alcune persone possono soffrire di una leggera ansia durante la permanenza nel salone, magari per paura di un taglio sbagliato o altro. Questo si manifesta con un irrigidimento dei muscoli del collo e del tratto dorsale alto nella zona dei trapezi.

Come prevenire il dolore al collo dal parrucchiere?

  1. Innanzitutto è fondamentale comunicare col proprio parrucchiere qualora le posizioni adottate non siano in comfort
  2. Chiedere delle pause brevi tra le diverse fasi se necessario in modo tale da scaricare sia le articolazioni che la muscolatura
  3. Se utile, richiedere l’utilizzo di cuscini per supportare la testa

Come può aiutare l’osteopatia in caso di dolore al collo da parrucchiere?

  • L’osteopatia può essere molto efficace nel trattare e prevenire il dolore in cervicale aiutandoti a migliorare la flessibilità del collo aumentandone la mobilità.
  • Il rilascio della muscolatura mediante tecniche di inibizione muscolare fa si che la muscolatura non invii più segnali dolorifici al cervello e permette alle articolazioni di muoversi più liberamente.
  • Una cattiva postura della testa e della cervicale può trovare giovamento con le manipolazioni articolari osteopatiche
  • Un buon osteopata può consigliarti esercizi di stretching in modo tale da mantenere elastici sia i muscoli che tutta la parte legata alle articolazioni quali capsula articolare e legamenti.

Dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere: manipolazione cervicale

 

In conclusione, il dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere è un problema comune ma risolvibile. Con l’aiuto dell’osteopatia e alcuni semplici accorgimenti, puoi goderti il tuo prossimo appuntamento dal parrucchiere senza preoccupazioni.

Se il dolore persiste, non esitare a consultare un bravo osteopata per un trattamento osteopatico mirato. La salute del tuo collo è importante quanto il tuo look!

 

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Trovare sollievo dalla fascite plantare con l’osteopatia!

Soffri di un dolore acuto a livello della pianta del piede che ti impedisce di svolgere le attività che più ami quali la corsa, la partita di calcetto o la partita di padel con gli amici?

Un dolore localizzato sulla fascia plantare, ovvero la fascite plantare, è una problematica che incontro spesso nel mio studio di osteopata a Milano e che può trovare sollievo con l’osteopatia!

Questo perché il trattamento osteopatico può aiutarti a ridurre l’infiammazione e di conseguenza ad attenuare il dolore.

Se sei curioso e vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di metterti comodo e di leggere l’articolo: insieme andremo a scoprire cosa si intende per fascite plantare, quali sono i fattori di rischio e come il trattamento manipolativo osteopatico posso esserti d’aiuto!

Che cos’è la fascite plantare?

Quando parliamo di fascite plantare intendiamo un’infiammazione della fascia plantare del piede che parte dal tallone, attraversa tutta la pianta del piede per arrivare spesso fino alle dita.

Trovare sollievo dalla fascite plantare con l’osteopatia!

Chi soffre maggiormente di fascite plantare?

Tale disturbo è maggiormente presente in soggetti che mettono sotto stress in maniera importante il piede durante l’attività sportiva, piuttosto che con l’utilizzo di calzature antiinfortunistiche o con tacchi alti. Inoltre non è da sottovalutare la presenza di una protuberanza ossea a livello del calcagno, lo sperone calcaneare, che può irritare la fascia stessa.

Quest’ultima è maggiormente presente in soggetti diabetici, obesi o con alterazioni artrosiche a livello del piede.

Fascite plantare ed osteopatia

In una prima fase il dolore causato dalla fascite plantare può apparire sopportabile ma a mano a mano che l’infiammazione diventa importante perché non trattata, il dolore può diventare invalidante.

Il dolore è più acuto al mattino in quanto la notte vi è un ristagno di liquidi infiammatori a causa dell’inattività e sempre al mattino i primi passi possono risultare particolarmente dolorosi.

In questo contesto l’osteopata assume un ruolo molto importante per permettere alla persona di tornare a svolgere le proprie attività quotidiane come prima dell’insorgenza della sintomatologia, utilizzando tecniche quali:

  • Rilascio della fascia plantare del piede
  • Rilascio della muscolatura del piede e del polpaccio
  • Migliorare la postura cercando di ridurre il sovraccarico sul piede
  • Armonizzare la biomeccanica del piede e dell’arto inferiore in toto (ginocchio ed anca)

Fascite plantare ed osteopatia

Può essere d’aiuto anche l’utilizzo di plantari, che però esula dalla valutazione osteopatica e che va fatta da un medico specialista.

E’ inoltre fondamentale consigliare al paziente esercizi di stretching della fascia stessa e della muscolatura correlata per ridurre al minimo eventuali ricadute future.

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Contattami! Sono un osteopata diplomato che opera a Milano e Segrate.

Osteopata vicino a me

Capita molto frequentemente che i pazienti vengano nel mio studio di Osteopata a Nolo dopo aver effettuato una ricerca su google indicante “osteopata vicino a me”, questo perché è molto importante cercare un professionista nelle vicinanze del proprio lavoro o della propria abitazione.

Osteopata vicino a me

 

Perché è consigliato farsi trattare da un osteopata vicino?

Una persona si reca normalmente dall’osteopata quando soffre di un dolore.

Se hai letto il mio articolo su dolore cronico ed osteopatia saprai che il dolore è molto complicato da inquadrare; è però risaputo come fattori quali stress, pensieri ed emozioni possano far aumentare tale sensazione.

Non è certamente così rilassante dover attraversare tutta la città per andare dal proprio osteopata o dal proprio dentista; detto ciò ho comunque alcuni pazienti che hanno trovato in me un professionista serio e preparato e che quindi sono disposti a spostarsi maggiormente rispetto alla media.

Come sempre è un discorso molto soggettivo, però la regola “più vicino è e meglio è” non è poi così sbagliata, soprattutto ora che le persone lavorano in smart working e prediligono la prima fascia pomeridiana per poter poi riprendere in velocità il lavoro.

La soluzione più semplice risulta essere la ricerca su google maps, che grazie alla geolocalizzazione indica l’osteopata nelle vicinanze ed intorno a sè; però è sempre bene effettuare una ricerca un po’ più approfondita e scremare i vari profili cercando di trovare un osteopata che abbia seguito un percorso di studi appropriato in una scuola di alto livello.

Come dici? Non sai come fare? Leggi il mio articolo su come trovare un bravo osteopata a Milano in modo tale da capire bene quali caratteristiche ricercare, così da affidarsi ad un professionista serio e qualificato con una laurea.

 

Prendi un appuntamento nello studio di osteopatia di Milano o Segrate più vicino a te!

Osteopatia viscerale: il benessere parte dall’interno!

L’osteopatia viscerale è una branca dell’osteopatia che si concentra sul trattamento delle disfunzioni e delle tensioni presenti a livello degli organi del corpo, con lo scopo di ripristinare il benessere psico-fisico del pazientea partire proprio dall’interno.

Nonostante su internet la maggior parte degli osteopati si pubblicizzi con crack vertebrali, nel mio studio di osteopata viscerale a Milano mi capita molto frequentemente di effettuare una manipolazione viscerale per disturbi gastroenterici, disturbi respiratori o a livello del piccolo bacino.

Che cosa cura l’osteopatia viscerale?

Lo scopo dell’osteopatia viscerale è quello di creare benessere nel corpo a partenza dall’interno cercando di ripristinare la corretta mobilità di un organo. L’osteopata utilizza le proprie mani per cercare di migliorare la funzionalità e di ridurre eventuali blocchi o tensioni.  Ogni organo è connesso alla struttura del corpo tramite legamenti ed un ruolo fondamentale nella meccanica viscerale è data dal muscolo diaframma con i suoi movimenti in su ed in giù durante la respirazione.

Il muscolo diaframma funziona quindi come pompa e permette di ridurre l’infiammazione a livello dei visceri stessi.

Tra le maggiori problematiche affrontate da un osteopata mediante tecniche di massaggio viscerale troviamo sicuramente le seguenti:

  • Reflusso gastroesofageo (non sai come l’osteopata possa approcciare tale disfunzione? Leggi il mio articolo su reflusso gastroesofageo ed osteopatia!).
  • Colon irritabile
  • Dolore da ciclo mestruale
  • Sensazione di respirare male e di non avere una buona espansione toracica
  • Cicatrici ed aderenze
  • Mal di schiena a partenza viscerale

Osteopatia viscerale: il benessere parte dall'interno del corpo!

Quali sono le controindicazioni al trattamento viscerale?

Una controindicazione assoluta al trattamento viscerale riguarda le lesioni organiche a livello dei visceri.

Non avrebbe infatti senso, anzi sarebbe addirittura controproducente manipolare un’ulcera a livello gastrico o duodenale, piuttosto che un aneurisma.

Stesso discorso per la presenza di osteofiti a livello lombare che non permettono di trattare in sicurezza i visceri addominali (non sai che cosa si intendi per osteofitosi? Leggi il mio articolo su artrosi ed osteopatia!).

L’osteopatia viscerale è utile per ripristinare il benessere?

Assolutamente si! Basti pensare a quanto sia fastidioso avere mal di pancia o bruciore di stomaco!

E per quanto concerne le donne può essere sicuramente utile utilizzare delle tecniche di massaggio viscerale per il ciclo mestruale e per il dolore mestruale cercando di alleggerire il carico a livello dei visceri del piccolo bacino con lo scopo di ridurre il dolore all’utero e alle ovaie e quello riferito alla zona lombare nella parte bassa della schiena.

Spesso i dolori della colonna vertebrali sono imputabili anche ad una problematica viscerale!

Osteopatia viscerale: il benessere parte dall'interno!

 

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Osteopata dei vip e osteopata dei social…

Nell’ultimo periodo ha suscitato molto scalpore il fatto che un collega, conosciuto sul web come l’osteopata dei vip, abbia intrapreso una relazione sentimentale con la famosissima Michelle Hunziker, conduttrice televisiva e personaggio molto seguito sui social media!

Fin qui tutto bene, anzi grandi complimenti al collega non tanto per la love story con la bellissima Michelle, ma soprattutto per il fatto che sia riuscito ad entrare in un mondo difficile come quello dello spettacolo.

Osteopata dei vip e osteopata dei social…

Questo infatti non è da tutti: l’esempio classico posso essere io (e tantissimi altri colleghi) che ad esempio non ho mai trattato nessun personaggio famoso nel mio studio di Osteopata a Milano!

Bisogna però fare attenzione ad internet poiché l’osteopatia va molto di moda ed è quindi facile imbattersi in personaggi poco raccomandabili che magari nulla hanno a che vedere con il mondo delle manipolazioni.

L’osteopatia non è ancora normata in Italia, anche se siamo in fase di riconoscimento sanitario come voluto dal Decreto Lorenzin del 2018; questo fa si che anche il vostro panettiere sotto casa, giusto per citare una professione a caso, possa spacciarsi per osteopata!

Osteopata e social media

Ed i social media sicuramente non aiutano i pazienti che vogliono affidarsi ad un professionista serio in quanto ormai è tutto basato sull’apparenza ed è facile cascare in reti truffaldine.

Osteopata e social media

Se non sai come cercare un bravo osteopata ti consiglio di leggere il mio articolo su un bravo osteopata a Milano per capire come informarsi in maniera corretta sul web.

Tornando al discorso social media, ormai sembra quasi una moda postare continuamente contenuti.  Con questo non sto dicendo che tutto quello che riguarda osteopatia, vip e social non vada bene. Sono infatti io il primo a postare su instagram, facebook, linked; però ormai l’osteopatia viene pubblicizzata praticamente solo con crack vertebrali (se non sai di cosa sto parlando leggi il mio articolo sul perché l’osteopata scrocchia le ossa) e questo non va bene perché l’osteopatia è molto più complessa di un pop sound vertebrale.

Per arrivare a fare una certa manipolazione c’è dietro sia uno studio importante sia una pratica che permetta all’osteopata di svolgere la tecnica in totale sicurezza.

Ovviamente questi due aspetti non vengono presi in considerazione spesso dal paziente. Le persone sono più attratte da un video su tik tok di 15 secondi che da tutto quello che ci sta dietro.

Personalmente utilizzo questo tipo di tecniche su soggetti che non ne hanno timore, ma non le pubblicizzo su internet proprio perché ci tengo alla mia professione e non voglio che venga svenduta.

Come tutte le cose, ma ancor di più nell’ambito della salute, bisogna prestare molta attenzione a quello che ci viene proposto e fare una scelta ponderata del professionista al quale affidarsi.

 

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Dolore al gomito: epicondilite ed osteopatia

Soffri di un dolore al gomito? Una delle principali cause dolore al gomito potrebbe essere l’epicondilite, o gomito del tennista; ti stai domandando se l’osteopatia possa esserti d’aiuto? Scopriamolo insieme!

Tale patologia è dovuta ad un’infiammazione dei muscoli estensori del carpo e delle dita che prendono origine dall’epicondilo, protuberanza ossea situata a livello dell’omero nella parte esterna del gomito stesso.

Pensi che l’osteopatia possa essere utile? Nella maggior parte dei casi assolutamente si!

Dolore al gomito: epicondilite ed osteopatia

Quali sono i sintomi dell’epicondilite?

Normalmente il dolore è localizzato nella parte esterna del gomito a livello dei tendini dei muscoli estensori del polso  e delle dita, soprattutto quando questi muscoli vengono attivati durante un’estensione del polso. Qualora la sintomatologia fosse importante è possibile che il dolore sia presente non più solo a livello dei tendini, ma anche un po’ più in alto proprio sull’epicondilo, oltre a scendere nell’avambraccio; può essere presente dolore a riposo ed eventualmente notturno, segno classico dell’infiammazione (non sai cosa si intende per infiammazione? Leggi il mio articolo su infiammazione ed osteopatia). Oltre al dolore è spesso presente anche una perdita di forza anche solo nello stringere in mano oggetti di piccole dimensioni o ad esempio nell’aprire il tappo di una bottiglia.

Dolore al gomito: gomito del tennista

Quali sono le cause di epicondilite?

Nella maggior parte dei casi la causa è dovuta ad un sovraccarico funzionale, ovvero ad un uso eccessivo e continuativo dell’articolazione del gomito e dei muscoli prima citati, così come a dei microtraumi ripetuti o ad un danno diretto.

L’attività professionale o sportiva porta questi soggetti ad eseguire movimenti ripetuti che alla lunga possono portare ad infiammazione locale:

  • Tennis: può sicuramente essere una causa, ma il termine “gomito del tennista” potrebbe trarre un po’ in inganno! E’ vero che possono soffrirne i tennisti, ma è bene precisare che quelli di alto livello normalmente non ne soffrono in quanto riescono a colpire la pallina con un movimento pulito che non va a stressare la muscolatura estensoria del polso. Per contro i principianti, soprattutto durante il movimento di rovescio, possono portare ad un allungamento eccentrico di tale muscolatura con conseguente infiammazione dei tendini.
  • Altri sport con la racchetta: badminton, squash o padel (vuoi approfondire come l’osteopatia possa essere utile per i giocatori di padel? Leggi il mio articolo su osteopatia e padel!)
  • Sport da lancio: disco, giavellotto…
  • Musica: suonare il violino
  • Attività lavorative: i soggetti maggiormente colpiti da gomito del tennista possono essere coloro che svolgono movimenti ripetuti quali i dentisti, chirurghi, idraulici, muratori, falegnami e chi lavora tanto al computer ed utilizza il mouse ecc…

L’osteopatia è utile in caso di dolore al gomito causato da epicondilite?

L’osteopatia fa parte della terapia cosiddetta conservativa, come può esserlo la fisioterapia, ed è sicuramente efficace nel ridurre i sintomi quali il dolore al gomito legato ad un gomito del tennista o epicondilite mediante manipolazione articolare diretta dell’articolazione del gomito, rilascio dei tessuti molli articolari quali la muscolatura interessata, i tendini e la capsula / legamenti.

Dolore al gomito: manipolazione osteopatica

L’osteopata non si limita però ad una manipolazione locale, bensì va a valutare ed eventualmente trattare tutto l’arto superiore (spalla e polso) oltre ad integrare il tutto con manipolazioni della colonna cervicale, dorsale ed eventualmente stretto toracico superiore.

Qualora  non vi fosse risposta alle manipolazioni, allora è possibile che lo specialista quale l’ortopedico raccomandi delle infiltrazioni articolari di cortisone al gomito per sfiammare in profondità i tendini e, nel caso peggiore, l’intervento chirurgico.

Nella maggior parte dei casi può essere utile utilizzare un tutore da mettere al gomito per ridurre il sovraccarico muscolare e velocizzare la guarigione.

 

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Neuroma di Morton: può l’osteopatia essere utile?

Il neuroma di Morton (o neurinoma di Morton) è una patologia neurologica a carico del piede e deriva dall’incarceramento del nervo interdigitale principalmente tra secondo e terzo dito, ma spesso anche tra terzo e quarto, con conseguente infiammazione ed ingrossamento della guaina che ricopre il nervo stesso; vuoi sapere se l’osteopatia può essere utile? Scopriamolo insieme!

 

Neuroma di Morton: può l’osteopatia essere utile?

Il nervo interdigitale plantare altro non è che la parte terminale del nervo sciatico che arriva fino al piede e si biforca in più parti per andare ad innervare le dita.

Vuoi sapere se l’osteopatia può essere utile? Scopriamolo insieme!

Quali sono le cause che portano all’insorgenza del neuroma di Morton?

Come spesso accade, risulta difficile evidenziare delle cause precise; però sono state effettuate varie ipotesi a riguardo tra le quali:

  • Presenza di alluce valgo
  • Piede cavo
  • Iperpronazione del piede
  • Utilizzo prolungato di calzature coi tacchi e/o strette
  • Traumi ripetuti come ad esempio in sport quali il calcio, la danza, la corsa…(vuoi approfondire l’argomento corsa? Leggi il mio articolo su infortuni ad anca e bacino nei corridori

Colpisce maggiormente persone di mezza età tra i 40 ed i 50 anni e per lo più donne.

Quali sono i sintomi del neuroma di Morton?

Il neurinoma di Morton si manifesta come un importante dolore, spesso definito lancinante e urente (bruciore), a livello della parte anteriore del piede ovvero l’avampiede; nello specifico più a carico del secondo-terzo dito ma anche terzo-quarto dito.

Come si fa diagnosi di neuroma di Morton?

Esiste un test, il segno di Mulder, in cui si vanno a comprimere lateralmente i metatarsi creando una compressione a livello del nervo; il test è positivo quando si riproduce la sintomatologia del paziente, ovvero dolore e/o formicolio a livello della zona in cui è presente l’incarceramento del nervo, ma anche alle dita.

E’ anche possibile effettuare una digito pressione tra secondo-terzo e terzo-quarto metatarso sempre per cercare di rievocare la sintomatologia neurologica.

Neuroma di Morton: test di Mulder

Inoltre, la risonanza magnetica è in grado di vedere se vi è o meno la presenza del neurinoma.

L’osteopatia è utile in caso di neuroma di Morton?

I pazienti con neuroma di Morton raramente vengono indirizzati alla terapia fisica.

Non vi è molta letteratura scientifica a riguardo, sia per quanto riguarda l’osteopatia sia per quanto riguarda la terapia manuale in generale, ma i risultati riferiti da questi pochi studi però riportano dei miglioramenti della sintomatologia da neuroma di Morton in seguito a trattamento osteopatico: normalmente vi è una diminuzione del dolore, un aumento della soglia del dolore in seguito a pressione localizzata ed un miglior funzionalità del piede in toto e dell’arto inferiore. Da non sottovalutare inoltre un miglioramento nella catastrofizzazione del dolore, parametro molto importante da non sottovalutare in un dolore cronico.

 

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Osteopatia: un grande aiuto per i giocatori di padel

Il padel va di moda ed hai deciso anche tu di provare a praticare questo sport, ma ti sei reso conto di soffrire di qualche dolorino alla schiena durante o dopo la partita oppure di percepire un senso di pesantezza e poca mobilità a livello di anche e bacino? Tutto ciò non ti permette di esprimerti sul campo da gioco come vorresti e ti piacerebbe migliorare la qualità delle tue giocate e di evitare di avere dolore? Se si sei nel posto giusto! Infatti nel mio studio di Osteopata a Milano e Segrate mi capita sempre più spesso di trattare persone che giocano a padel! L’osteopatia può essere di grande aiuto per i giocatori di padel!

Prima di capire come l’osteopata possa aiutarti nel raggiungere i tuoi obiettivi facciamo un po’ di chiarezza sul padel.

Che cos’è il padel?

Il padel, versione alternativa del paddle nato a New York,  è uno sport che si gioca in doppio con due atleti per squadra. Vi sono delle somiglianze con il tennis, quali il  campo diviso in due parti da una rete, ma a differenza di esso, i quattro lati del terreno sono delimitati da pareti trasparenti che fanno parte dell’area di gioco e sulle quali la pallina può rimbalzare.

La palla, dopo aver toccato terra, può rimbalzare sulla parete avversaria restando ancora giocabile fino a che non cada definitivamente.

Altra differenza col tennis è che il servizio non avviene dall’alto, ma dal basso dopo un primo rimbalzo della palla al quale segue il colpo con la racchetta, chiamata “pala”.

 

Osteopatia: un grande aiuto per i giocatori di padel

Il sistema di assegnazione dei set, dei game e dei punti è uguale a quello del tennis.

Questo gioco ha preso molto piede nell’ultimo periodo ed infatti si possono notare numerose strutture che permettono lo svolgimento di tale sport, sia a Milano (padel Milano – #padelmilano) sia a Segrate (padel Segrate – #padelsegrate). Addirittura il noto calciatore del Milan, Zlatan Ibrahimovic, ha aperto proprio a Segrate il suo Padel Zenter.

Gli infortuni nel padel

Il rovescio della medaglia sono ovviamente gli infortuni ; ma vediamo più nello specifico cosa può accadere: sono stati riscontrati rotture e/o lesioni del tendine di achille, lesioni muscolari (ne esistono di vari tipi, in ordine di gravità troviamo strappo, stiramento, elongazione, contrattura) soprattutto a livello del polpaccio.

Un’altra struttura molto sollecitata risulta essere il ginocchio in quanto viene stressato dalle molteplici rotazioni, con possibili conseguenze quali le lesioni del legamento crociato anteriore, e perché no, dei menischi. Sono le donne a soffrirne di più avendo le ginocchia più in atteggiate più in valgo.

I cambi di direzione repentini inoltre portano anche a varie distorsioni di caviglia (approfondisci l’argomento leggendo il mio articolo su distorsione di caviglia ed i benefici dell’osteopatia!), dolori alla schiena ed alla cervicale.

Essendo poi uno sport in cui si fa uso di una racchetta, è molto probabile avere delle problematiche a livello degli arti superiori, più nello specifico a livello del gomito dove si incappa maggiormente in tendiniti (gomito del tennista – epicondilite e/o gomito del golfista – epitrocleite. Vedi anche osteopata cura gomito), ma anche a livello di spalla dove possono andare in sofferenza i muscoli della cuffia dei rotatori, ma non solo.

L’utilizzo di una buona racchetta può ridurre le sollecitazioni agli arti superiori. Tra le più rinomate troviamo sicuramente:

  • Adidas metalbone carbon
  • Siux electra st2
  • Head speed pro x
  • Wilson bela pro v2

Infine bisogna anche tenere a mente lo spazio di gioco ristretto che può portare a possibili traumi da contatto.

Alcune delle tematiche trattate fin qui fanno capo all’ortopedico, ma qualora non vi sia una lesione allora è qui che l’osteopata può entrare in gioco.

L’osteopatia può essere d’aiuto per i giocatori di padel?

Il grosso lavoro dell’osteopata risiede nella prevenzione degli infortuni andando a migliorare la condizione dell’atleta, che spesso poi atleta non è, bensi è uno sportivo improvvisato che gioca a padel con gli amici. Oltre a lavorare sulle tendiniti prima descritte, l’osteopata lavorerà le distorsioni di caviglia (qualora non vi sia una frattura) e cercherà di ridurre le tensioni e le disfunzioni di mobilità presenti nel corpo; il tutto a 360 gradi, perché l’osteopata non tratta solo la zona del sintomo, ma più in generale il corpo come entità a sé, riducendo le tempistiche di guarigione dall’infortunio.