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Paralisi di Bell: un aiuto dall’osteopatia

Ti hanno diagnosticato una paralisi di Bell e hai pensato che l’osteopatia possa esserti d’aiuto?

Se si sei nel posto giusto perché mi è capitato di approcciare più volte tale problematica nel mio studio di osteopata a Milano!

La paralisi di Bell è una condizione che colpisce la faccia in seguito ad una disfunzione del nervo facciale (settimo nervo cranico) e che determina l’incapacità di governare i muscoli del viso.

Paralisi di Bell: un aiuto dall’osteopatia

E’ possibile che vengano colpiti entrambi i lati del viso, anche se nella stragrande maggioranza il lato colpito è uno solo.

Ciò comporta, oltre all’impossibilità di muovere i muscoli della faccia, un’eventuale riduzione della sensibilità gustativa della porzione anteriore della lingua, una riduzione nella produzione di saliva ed un possibile dolore dietro l’orecchio.

Anatomia del nervo facciale

Affronteremo in questa sezione l’anatomia del nervo facciale, in maniera molto limitata, giusto per poter poi capire i meccanismi che sono alla base del suo eventuale coinvolgimento in questa paralisi.

Il nervo facciale, o VII nervo cranico, origina dal tronco encefalo all’interno della scatola cranica per poi dirigersi verso l’orecchio interno. Qui il nervo passa nel forame stilomastoideo, da dove uscirà dal cranio nella parte postero inferiore, per poi portarsi alla ghiandola parotide e proseguire il suo decorso ai muscoli della faccia.

Tra i muscoli innervati troviamo quelli del labbro, del mento, il platisma, il buccinatore e i pellicciai della testa; questi ultimi vengono definiti muscoli mimici del volto.

Vi è infine una componente sensitiva nei 2/3 anteriori della lingua.

Che cosa causa la paralisi di Bell?

La domanda che i pazienti mi pongono sempre quando si presentano nel mio studio con una paralisi di Bell è “perché si infiamma il nervo facciale”?

Possono esservi svariate cause alla base della paralisi del nervo facciale, ma la più conosciuta è sicuramente un’infezione virale, come conseguenza di un’otite, herpes zoster (virus della varicella che determina il fuoco di Sant’Antonio), herpes simplex o un classico colpo d’aria.

In seguito ad infezione il nervo si infiamma e si ingrossa e può quindi essere compresso nel suo punto di passaggio all’interno del forame stilomastoideo (se non sai cos’è l’infiammazione leggi il mio articolo su infiammazione: cosa può fare l’osteopata!).

Va considerato anche un aspetto vascolare, in quanto la zona di passaggio del nervo facciale è drenata dalle vene mastoidee, le quali a loro volta defluiscono nelle vicinanze della cervicale alta (plesso sub-occipitale) e della vena giugulare interna da cui esce il sangue venoso al di fuori del cranio. Un cattivo drenaggio a tale livello potrebbe portare anch’esso ad una forma di compressione del nervo facciale.

Infine è possibile incorrere in debolezza del nervo anche in seguito ad eventuali traumi e/o problematiche posturali.

Quanto tempo ci vuole per guarire dalla paralisi di Bell?

Le tempistiche variano da poche settimane nei casi più lievi a qualche mese in quelli più complessi. Dipende poi dal tipo di paralisi del nervo facciale, se parziale o completa.

Ma quindi cosa posso fare se vengo colpito da questa paralisi? Se il medico lo ritiene utile può prescrivere del cortisone, e poi si può associare in parallelo una serie di manipolazioni osteopatiche.

Paralisi di bell: un aiuto dall’osteopatia

Una volta spiegata l’anatomia e capite le cause è possibile approfondire come l’osteopatia possa essere d’aiuto in caso di paralisi del nervo facciale.

Paralisi di Bell: un aiuto dall’osteopatia! Ma vediamo come…

Per quanto riguarda l’ipotesi di infezione virale l’osteopata andrà a valutare e manipolare il tratto cervicale alto da un punto di vista articolare e muscolare, poiché non è possibile manipolare direttamente il forame stilomastoideo. Quindi verrà preso in considerazione l’osso temporale (osso dell’orecchio), proprio perché una parte del foro stilomastoideo è formato da quest’osso.

L’osso temporale si articola con altre ossa per andare a formare la scatola cranica, e tra queste ossa, è necessario non tralasciare la valutazione ed il trattamento dell’osso occipitale e dell’osso zigomatico.

Da un punto di vista vascolare si andrà a valutare tutta la componente relativa al drenaggio intracranico dei seni venosi per permettere un deflusso corretto del sangue all’esterno del cranio.

Infine va valutata almeno tutta la parte alta del corpo, quindi la cervicale già menzionata, ma anche lo stretto toracico superiore ed il passaggio cervico-dorsale e dorsale, sia per un discorso posturale che sempre per un discorso drenante.

 

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